Che cosa definisce un “buon lavoro”? Per il 77% dei professionisti ciò che conta è il benessere mentale
Secondo l’ultima indagine di Jobseeker, l’attenzione nei confronti della salute mentale ha un ruolo sempre più importante nel far sentire le persone realizzate e propense a collaborare a lungo termine. I risultati del sondaggio sottolineano come le misure che incidono positivamente sul benessere mentale – per esempio permessi e ferie retribuiti, flessibilità, iniziative di welfare aziendale – siano oggi fondamentali per creare un ambiente di lavoro desiderabile, in diversi settori e per varie fasce di età.
Piattaforma di strumenti su misura per chi cerca lavoro e per chi lo offre, Jobseeker è sempre in prima linea quando si tratta di sondare il punto di vista dei professionisti, e i risultati del suo ultimo sondaggio, “Good Jobs of the Future”, sottolineano un dato da non sottovalutare: il ruolo cruciale del benessere mentale nel contesto lavorativo. L’indagine si basa sulle risposte di professionisti provenienti da una pluralità di settori e mette in luce come i provvedimenti e le iniziative che contribuiscono al benessere mentale siano determinanti nella definizione di “buon lavoro”, e cioè di un impiego che sia gratificante e sostenibile a lungo termine.
I risultati principali del sondaggio
A pensarla così è ben il 77% dei professionisti intervistati, secondo i quali le misure a supporto della salute mentale – come permessi e ferie retribuite, programmi di welfare, congedo parentale – sono essenziali per sentirsi soddisfatti del proprio lavoro. Tra i dipendenti a tempo pieno la percentuale sale al 79%, tra i freelance si attesta al 78%. Altro dato di interesse: l’81% delle donne ritiene che questi fattori concorrano in modo significativo a creare un ambiente di lavoro desiderabile; tra gli uomini, il 73%.
Supporto alla salute mentale: indispensabile in qualsiasi “buon lavoro”
Se un tempo l’attenzione nei confronti della salute mentale era considerato un “plus”, un semplice vantaggio in più, nell’attuale mercato del lavoro è una necessità. Oggi i dipendenti si aspettano che il posto di lavoro dia priorità al benessere e all’equilibrio, e considerano pertanto il supporto alla salute mentale un fattore decisivo nel definire il contesto lavorativo ideale. Un “buon lavoro” si caratterizza quindi come tale se è in grado di favorire il benessere mentale dei dipendenti: è un ambiente dove si può migliorare la produttività complessiva riducendo al contempo stress e burnout.
Sebbene dal nostro sondaggio emerga che solo il 33% dei titolari d’azienda dà priorità al benessere mentale, proprio e dei propri dipendenti, è interessante notare il netto contrasto tra questa percentuale e i rischi cui sono tipicamente sottoposti gli imprenditori. Secondo un recente sondaggio di Forbes, quasi la metà (42%) dei proprietari di piccole imprese ha dichiarato di aver avuto esperienza di burnout nell’ultimo mese. I risultati suggeriscono in sostanza che titolari di aziende e imprenditori sono particolarmente vulnerabili su questo fronte, da cui l’urgenza di una maggiore consapevolezza e di supporti ad hoc proprio per i datori di lavoro.
Il sondaggio 2024 di Jobseeker evidenzia infine i diversi aspetti legati al benessere mentale e al modo in cui si declina nel contesto professionale.
- Sicurezza del posto di lavoro: prioritaria per il 55% dei dipendenti a tempo pieno.
- Ambiente di lavoro positivo: apprezzato dal 50% delle donne e dal 41% degli uomini.
- Equilibrio tra vita lavorativa e privata: particolarmente importante per i lavoratori tra i 45 e i 54 anni, con il 37% degli intervistati che lo indica come fattore chiave.
- Flessibilità: molto apprezzata nei settori del marketing (50%) e dei servizi (48%), mentre risulta meno rilevante in ambito sanitario (21%) e ingegneristico (6%).
Ferie e permessi retribuiti, iniziative di welfare e congedo parentale non rappresentano semplicemente una serie di caselle da spuntare, bensì le basi per creare un ambiente di lavoro in grado di favorire la crescita personale e professionale. Questi fattori influiscono direttamente sul livello di gratificazione che i dipendenti traggono dal lavoro, sulla loro disponibilità a collaborare in modo stabile e duraturo, e sulla cultura aziendale nel suo complesso.
Alla luce di questi dati, Jobseeker raccomanda ai datori di lavoro quanto segue:
- Rivedere i pacchetti di benefit per includere un supporto completo alla salute mentale.
- Promuovere una cultura aziendale che dia priorità all’equilibrio tra vita lavorativa e privata.
- Implementare modalità di lavoro flessibili, dove possibile.
- Offrire ai dipendenti iniziative a tutela del benessere mentale personalizzate.
- Riconoscere i diversi bisogni di salute mentale delle varie fasce d’età.
Su Jobseeker:
Dal 2021, anno di fondazione, la mission di Jobseeker è offrire ai candidati la piattaforma di strumenti n. 1 per il successo professionale. Dalla creazione di CV e lettere di presentazione al monitoraggio delle candidature, Jobseeker propone soluzioni innovative che offrono ai candidati la possibilità di emergere e distinguersi. Con un’attenzione particolare alla user experience e al benessere, Jobseeker sostiene milioni di utenti in 26 lingue, aiutandoli a trovare lavori gratificanti in (quasi) ogni angolo del mondo.