Buchi temporali CV: come affrontarli
I buchi nel CV sono quei periodi di tempo che risultano vuoti perché non si è svolta attività lavorativa: come giustificare questi gap? Possono compromettere il buon esito della candidatura? Meglio nasconderli o spiegarne le ragioni? In questo articolo, vedremo come impostare nel modo opportuno un curriculum con buchi temporali: per renderlo scorrevole ed efficace in completa trasparenza.
È veramente un buco… o no?
Un breve periodo di inattività, come poche settimane o alcuni mesi, non è necessariamente un buco, soprattutto se è un caso isolato all’interno di un percorso lungo e attivo. In questo caso, il problema è apparente e la soluzione molto semplice:
- Se il buco temporale nel CV è di qualche settimana, indica le date di inizio e fine collaborazione nel formato mese/anno;
- Se il buco temporale nel CV è di qualche mese, indica le date di inizio e fine collaborazione nel formato anno/anno.
Se invece la durata del periodo di inattività si estende per diversi mesi o addirittura supera l’anno, allora si tratta di una lacuna e va affrontata come tale.
Buchi temporali nel CV: le cause più comuni
I CV che presentano dei buchi temporali sono più comuni di quanto si possa credere, e il motivo è che le ragioni per un’interruzione lavorativa sono tante e possono sempre capitare.
Eccone alcune.
- Cambiamenti di carriera: hai deciso di cambiare ambito lavorativo e hai impiegato del tempo per acquisire le competenze necessarie e trovare opportunità nel nuovo settore.
- Formazione aggiuntiva: hai deciso di fare uno scatto di carriera acquisendo la laurea, specializzazione o certificazione che ti mancano, dedicando agli studi tempo pieno.
- Viaggi ed esperienze di vita: ti sei concesso un “gap year” per viaggiare, imparare bene l’inglese o dedicarti ad altre esperienze non strettamente connesse al lavoro.
- Malattia, problemi personali o familiari: se a determinare l’interruzione sono state le condizioni di salute, proprie o altrui.
- Disoccupazione: se hai perso il lavoro o hai lasciato una posizione senza una successiva opportunità già pronta, oppure se lavori abitualmente con contratti a breve termine o in posizioni temporanee.
- Pausa forzata: eventi al di fuori della tua responsabilità ti hanno costretto a un periodo di inattività involontaria. Un caso recente, che ha interessato milioni di persone in tutto il mondo, è stato il lockdown durante la pandemia da Covid-19.
Il punto di vista di recruiter e datori di lavoro sui buchi nel CV
La preoccupazione che il buco nel CV suscita agli occhi dei selezionatori è essenzialmente una: il sospetto che possa nascondere qualcosa. E ogni volta in cui c’è un’ombra, la nostra psiche tende purtroppo a immaginare trame oscure.
Per esempio, il periodo di inattività è la conseguenza di un licenziamento? Per quali ragioni è stata presa una misura così drastica? Se hai deciso di interrompere la collaborazione, hai dato il giusto preavviso? Se ci sono più buchi, significa che non sai instaurare buoni rapporti con i colleghi, o non riesci a impegnarti in modo continuativo? E così via.
Ecco perché, in presenza di buchi nel CV, conviene sempre spiegarne la ragione. Se si esplicitano i motivi dell’interruzione, si tronca automaticamente il loop del sospetto. D’altra parte recruiter e i datori di lavoro sono pienamente consapevoli che le interruzioni possono accadere: se sono motivate, non possono far suonare alcun campanello d’allarme.
Riconoscere i buchi nel CV e motivarli
Riconoscere e spiegare i buchi nel CV è indice di maturità, credibilità e sicurezza, doti apprezzate in qualsiasi contesto lavorativo. Ma non solo. Esplicitare le motivazioni che ci sono dietro dimostra anche capacità di “problem solving preventivo”, perché evita possibili fraintendimenti e malintesi, e di conseguenza fa risparmiare tempo (può evitare domande supplementari durante il colloquio di lavoro).
Ma come spiegare i buchi nel CV nel modo opportuno? Con i seguenti accorgimenti.
La trasparenza vince sempre
Essere trasparenti significa fornire una spiegazione chiara e onesta dei periodi di inattività: la tentazione di mentire, sulla carta, può sempre fare capolino, ma è una pessima idea. Le bugie hanno le gambe corte e mentire nel CV non può portare a niente di buono.
Meglio il CV funzionale del CV cronologico
Essere trasparenti non significa non presentare la realtà al meglio, minimizzando i difetti e mettendo in luce i pregi.
A questo fine, meglio sostituite il classico curriculum vitae cronologico con un CV funzionale: per dare spazio a presentazione personale, competenze chiave e attività lavorative di rilievo, anziché al dettaglio della cronologia. Per scegliere il template adatto, dai un’occhiata ai nostri modelli di curriculum vitae (e anche i relativi modelli di lettera di presentazione).
I dettagli in più nella lettera di presentazione
In coincidenza di un gap, il CV ne riporta le ragioni in estrema sintesi (formazione, periodo all’estero, malattia, maternità ecc.), mentre nella lettera di presentazione è possibile riferirne il contesto e fornire qualche dettaglio in più.
Guarda i nostri esempi di lettera di presentazione: sono tutti molto accurati, per completare il profilo descritto nel CV nel modo più funzionale possibile alla candidatura. Un paio di righe per spiegare un buco temporale può tranquillamente rientrare nel testo della lettera.
CONSIGLI DELL'ESPERTO
La maggior parte dei candidati teme che un buco temporale nel curriculum possa essere gravemente penalizzante ai fini della valutazione. La maggior parte dei recruiter, invece, ritiene che oggi sia normale un certo grado di discontinuità lavorativa, imputandone le cause principali a un mercato del lavoro del tutto diverso rispetto a quello del passato, più stabile e lineare.
Come convertire i buchi nel CV in punti di forza
Adesso facciamo un esercizio molto utile, per impostare come si deve un CV con delle lacune e nella vita in generale: guardare il bicchiere mezzo pieno anziché mezzo vuoto. Si tratta, ai nostri fini, di rispondere a questa domanda: in che modo un buco temporale nel CV può diventare un punto di forza anziché di debolezza? Qui si seguito alcuni esempi.
Volontariato e competenze trasversali
Se hai trascorso parte del periodo di pausa facendo servizio di volontariato, evidenzia le competenze ed esperienze così acquisite. Dedicare il proprio tempo ad associazioni no-profit, sempre alla ricerca di persone volenterose, può essere un ottimo modo per sviluppare competenze trasversali e impegnarsi a favore della collettività.
Imparare, imparare, imparare
Se hai frequentato corsi, workshop o programmi di formazione, evidenzia il modo in cui ti hanno aiutato a crescere professionalmente. La formazione continua è importante per rimanere aggiornati nel proprio settore e non sempre, lavorando a tempo pieno, si ha la possibilità di coltivarla a dovere.
Slancio per i progetti personali
Magari il buco temporale ti ha dato la spinta per proporti come freelance o avviare un piccolo business online. Oppure hai finalmente portato a termine un progetto personale da sempre lasciato nel cassetto, come scrivere un libro o creare un blog. Tutte esperienze che dimostrano creatività, determinazione e capacità di lavorare in modo autonomo.
Networking, per ampliare i contatti
Se hai partecipato a eventi di networking, conferenze o fiere di settore, hai probabilmente ampliato la tua rete di contatti e conoscenze: un ottimo modo per restare informato sulle ultime tendenze e allargare gli orizzonti delle opportunità.
Gestione (emotiva e pratica) delle difficoltà
Se hai assistito un familiare malato, per esempio un genitore anziano, hai senza dubbio dovuto affrontare criticità importanti che richiedono eccellenti doti di empatia, controllo dello stress e organizzazione multitasking, dalla gestione delle necessità quotidiane ai rapporti con le case di cura e gli operatori sanitari: non sottovalutare il valore di questa esperienza.
Se non hai vissuto nessuna di queste esperienze… tienile presenti per il futuro. Se dovesse capitarti un periodo di inattività, saprai come sfruttarlo in modo proficuo per il tuo CV (ma anche per te e per chi ti sta intorno!). E sempre nell’ottica di ottimizzare al meglio il tempo, soprattutto in un momento di pausa, non dimenticare di leggere i nostri articoli su come scrivere il curriculum vitae in modo efficace e professionale: troverai una miniera di consigli utili.
“Recruiter e i datori di lavoro sono pienamente consapevoli che le interruzioni possono accadere: se sono motivate, non possono far suonare alcun campanello d’allarme.”
Check-list per CV con buchi temporali
Concludiamo con una check-list delle cose da fare per convertire un CV con buchi temporali in un curriculum di tutto rispetto e senza niente da nascondere.
- Non omettere i buchi: spiegali
- Scegli un formato di CV che enfatizzi competenze ed esperienze chiave anziché la cronologia
- Sottolinea ciò che ne hai ricavato: che si sia trattato di una pausa forzata o meno, hai di certo imparato qualcosa
- Sfrutta la lettera di presentazione, se ti serve aggiungere dettagli di contesto
- Infine, bilancia la trasparenza con la discrezione: motivare non significa condividere dati sensibili o raccontare la propria storia personale. L'obiettivo è sempre, e soltanto, fornire informazioni utili alla candidatura.
Trasparenza, strategia e atteggiamento positivo
I buchi temporali nel CV sono comuni, oggi più di ieri, e possono derivare da una molteplicità di ragioni legittime. Partendo dal presupposto che la trasparenza è sempre la strada migliore, affinché non siano penalizzanti basta inserirli in un CV funzionale, motivarli ed evidenziare ciò che se ne è tratto, in termini di competenze, esperienze, crescita professionale o personale.
In sostanza basta un po’ di strategia, e l’abitudine a guardare il bicchiere mezzo pieno, utile sempre nella vita, anche per affrontare con successo le tue future candidature. A questo punto, che cosa aspetti a mettere in pratica i nostri suggerimenti? inizia subito scrivere CV e lettera di presentazione con gli strumenti di Jobseeker!