Si dice curriculum o curricola?
Scritto da Sara Reale, Autrice • Ultimo aggiornamento 6 novembre 2024

Si dice curriculum o curricula?

Curriculum o curricula? Se non sai qual è la differenza tra una forma e l’altra… vuol dire che il latino non ti è familiare. Ma non è un problema, perché la risposta è semplicissima e leggendo il nostro articolo scioglierai ogni dubbio. Inoltre, scoprirai diversi consigli utili e tante curiosità su una delle parole più longeve e fortunate del nostro vocabolario.

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Curriculum o curricola? La differenza è tra uno o tanti 

“Curriculum” indica un CV. Uno solo. È infatti un sostantivo singolare. “Curricola” indica invece due o più CV. È infatti lo stesso sostantivo, ma declinato al plurale. La differenza tra “curriculum” e “curricola” è tutta qui.

Se ti stai chiedendo come mai il plurale di “curriculum” è “curricola”, la domanda è legittima. In italiano il plurale dei nomi maschili si forma in genere con una “-i” finale, mentre la lettera “-a” è la tipica terminazione femminile singolare. La parola curriculum è dunque un’eccezione, e lo è perché segue le regole della grammatica latina.

Una cosa è la grammatica, un’altra è l’uso 

In latino il sostantivo curriculum apparteneva al genere neutro, che formava il plurale in “-a”. Entrando a far parte dell’italiano, la parola ha cambiato genere, passando dal neutro (che nella nostra lingua non esiste) al maschile. 

È questo passaggio che crea incertezze: mentre il singolare è un nome comune che tutti conoscono, il plurale “è più lontano dal sistema morfologico dell’italiano e presuppone la conoscenza almeno delle nozioni elementari del latino” (1). 

Ecco perché, nell’uso quotidiano del termine, può capitare di leggere o sentire “curricola”, ma anche “curriculi” o “curriculum”… qual è, allora, la forma plurale giusta? 

Quella grammaticalmente corretta, secondo le regole del latino, è “curricola”. È però comune (e legittimo) anche il plurale invariato “curriculum”: in questo caso la parola si comporta come i termini presi in prestito dalle lingue straniere ed entrati nell’italiano corrente, che in base alle regole dell’italiano diventano invariabili (maschile, femminile, singolare e plurale presentano sempre la stessa forma). Infine, anche se è più rara e non suona così bene, è ammessa anche la forma “curricoli”, che è il plurale regolare della forma adattata all’italiano “curricolo”. 

Insomma, le opzioni valide per il plurale sono ben tre. E se lo dice l’Accademia della Crusca, che è la più antica e autorevole istituzione linguistica italiana, possiamo fidarci. 

Ultimissima postilla: se vogliamo usare l’intera locuzione al plurale anziché il singolo termine, meglio dire “curricula vitae” o “curriculum vitae”? In base a quanto abbiamo detto fin qui, vanno bene entrambe le forme. Possiamo solo aggiungere che “vitae” è invariabile perché – per chi lo volesse sapere – corrisponde a un complemento di specificazione (vuol dire “della vita”, come spieghiamo poco oltre).

CONSIGLI DELL'ESPERTO

La parola latina curriculum entra a far parte della nostra lingua attraverso la locuzione invariabile “curriculum vitae”: per la precisione, viene documentata per la prima volta in italiano nel 1892 (oltre 130 anni fa!). La prima attestazione della forma singola, curriculum, risale invece al 1941 (2).

Che cosa vuol dire esattamente “curriculum” e perché si usa in tutto il mondo

Etimologia di curriculum e significati 

In latino “curriculum” (dal verbo “currere” che vuol dire “correre”) significa “corsa”, “gara di corsa”, a piedi o a cavallo, nonché “percorso”. “Vitae” è invece il caso genitivo del sostantivo “vita”, e cioè il corrispettivo del complemento di specificazione italiano: “della vita. La locuzione “curriculum vitae” significa quindi, letteralmente, “corso della vita”.

In italiano la parola curriculum ha due accezioni principali.

La prima, e la più nota, è quella che riprende la locuzione latina con il suo significato letterale declinandolo all’ambito professionale: come ben sappiamo, in questo caso il curriculum (o curriculum vitae o CV) è il documento che riporta le tappe principali del percorso educativo e professionale di una persona: i punti salienti della carriera formativa, lavorativa o artistica (esattamente come nei nostri esempi di curriculum).

In ambito didattico, invece, il curriculum indica la “sequenza di obiettivi didattici che, sulla base di una determinata programmazione, ci si propone di raggiungere entro un certo arco di tempo” (3). Indica in sostanza il piano di studi di scuole, istituti, enti di formazione, università.

Una parola di successo globale

Curriculum è una parola decisamente fortunata: se pensiamo che risale all’antica Roma, e non solo è sopravvissuta fino a oggi, ma viene usata in tutto il mondo, non possiamo che riconoscerle un grande successo.

Le ragioni della diffusione del termine sono diverse.

La prima vale per tutte le parole latine ancora oggi in uso ed è l’influenza che il latino ha avuto per secoli nella cultura e nella scienza: fino a Ottocento inoltrato, in Europa e in tutti i paesi con colonie europee, il latino è stato la lingua franca per eccellenza (come lo è oggi l’inglese).

L’impiego crescente della parola, così come la usiamo oggi, inizia però nel secondo dopoguerra e registra un’accelerazione con l’aumento della mobilità professionale e la conseguente necessità di standardizzare certi termini per facilitarne la comprensione a livello internazionale. Fino al “boom” della rivoluzione informatica e digitale, che ha contribuito in modo decisivo a far conosce la parola in tutto il mondo (4).     

Il curriculum in Italia/Europa e negli USA: attenzione a non confondersi

Il significato delle parole non è immutabile: può cambiare nel corso del tempo, oppure a seconda del luogo in cui vengono usate.

Nel caso di curriculum, il significato è pressoché lo stesso in Italia, Europa e Gran Bretagna, mentre negli Stati Uniti e in Canada la parola CV (o curriculum vitae) si usa soltanto in ambito accademico: è un documento lungo e dettagliato, richiesto per le posizioni di docenza, dottorato, oppure per accedere a borse di studio e assegni di ricerca, che riporta l’elenco delle docenze, delle pubblicazioni, delle partecipazioni a convegni e così via.

Al di fuori dell’ambito accademico, in Nord America, l’equivalente del nostro CV è il resume, che indica invece un documento molto conciso, focalizzato sulle competenze, che include esclusivamente le informazioni funzionali alla candidatura e non è mai più lungo di una pagina (se vuoi approfondire il discorso, leggi il nostro articolo sulle differenze tra resume e CV). 

Tutto ciò detto, che tu abbia bisogno di un resume americano per una candidatura oltreoceano, oppure di un CV per fare domanda nell’azienda sotto casa, che tu voglia compilare un solo curriculum o più curricula, puoi fare riferimento ai nostri modelli di CV, facilissimi da usare e molto versatili: adattabili a qualsiasi esigenza.

E non dimenticare che ogni curriculum vuole il modello di lettera di presentazione corrispondente: siccome i due documenti viaggiano sempre insieme, è bene che layout e impostazione grafica siano gli stessi (per quanto riguarda i contenuti, invece, puoi prendere ispirazione dai nostri esempi di lettera di presentazione).

Altre parole latine che si usano in ambito professionale

Curriculum è una parola latina particolarmente longeva e fortunata, ma non è l’unica che usiamo in ambito professionale. Eccone alcune di uso comune.

Se hai molti anni di esperienza, e hai accumulato ampia competenza in un determinato ambito, puoi ambire a un ruolo di responsabilità, ovvero a una posizione “senior”, che in latino significa “più vecchio”. 

Se invece sei all’inizio della tua carriera professionale, hai appena concluso gli studi e ti stai cimentando con le prime esperienze lavorative, allora sei probabilmente in cerca di un ruolo “junior”, che in latino vuol dire “più giovane”. 

Qualunque sia il tuo “status”, e cioè la tua condizione o posizione nell’organigramma aziendale (in latino “atteggiamento”, “posa”, ma anche “posto di combattimento” e “condizione civile”, “rango sociale”), dovrai in ogni caso non distogliere il “focus” dai tuoi obiettivi (in latino “fiamma, fuoco”, nel Seicento “fuoco di una lente”, e cioè punto di convergenza dei raggi luminosi che l’attraversano, quindi per estensione “punto focale, di massima importanza”). 

Infine, qualunque sia il tuo ruolo, farai bene a seguire con attenzione la tua “agenda”: oggi nessuno ci fa più caso, ma anche questa comunissima parola è un prestito latino, che significa letteralmente “cose da fare”.  

“Curriculum” indica un CV. Uno solo. È un sostantivo singolare. “Curricola” indica invece due o più CV. È lo stesso sostantivo, ma declinato al plurale. La differenza tra “curriculum” e “curricola” è tutta qui. 

La differenza tra curricula e curricula? Una questione di quantità

Se hai letto il nostro articolo, alla domanda “si dice curriculum o curricola?” risponderai senza esitazione: dipende dal numero di CV che vuoi indicare. Curriculum è la forma singolare, curricola quella plurale.

Se hai letto tutto con attenzione, potrai anche aggiungere che oggi l’uso ammette una certa libertà di scelta (per questo, sempre più spesso, si usa “curriculum” anche per il plurale), e magari soffermarti sull’età della parola e raccontarne la fortuna e le sfumature di significato, in Italia e nel resto del mondo.

Dopodiché, ed è proprio il caso di dirlo, non ti rimane che passare dalle parole ai fatti e creare il tuo curriculum, o i tuoi curricola, con gli strumenti di Jobseeker (altrettanto utili per la lettera di presentazione).

Fonti:

(1), (2) Accademia della Crusca: Plurale di curriculum 

(3) Garzanti Linguistica: Curriculum

(4) Corriere della Sera, Paolo Fallai: Curriculum vitae, quello che siamo e quello che vorremmo essere

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Sara Reale
Sara Reale
Autrice
Sara Reale, copywriter esperta in diversi settori d’impresa, trasforma temi complessi in contenuti divulgativi e piacevoli da leggere. In ambito di HR&career, propone spunti di riflessione e consigli pratici per aiutare i professionisti a distinguersi nel mercato del lavoro.

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