Data di nascita nel CV: tutto quello che c’è da sapere
Inserire la data di nascita nel curriculum vitae vuol dire dichiarare la propria età: è un dato obbligatorio o facoltativo? In che modo condiziona la valutazione da parte di recruiter e datori di lavoro? È meglio metterla o non metterla? In questo articolo analizziamo l’impatto della data di nascita nel CV, le normative in materia, i pro e i contro, e le strategie migliori per gestire questa informazione nel modo più efficace e funzionale alla selezione.
Che impatto ha la data di nascita nel CV
Tra i dati personali che possono essere inclusi nel curriculum vitae, la data di nascita è uno di quelli su cui conviene soffermarsi perché si tratta di un’informazione neutra e oggettiva soltanto in apparenza.
L’età tende a generare i cosiddetti bias, o pregiudizi, che possono essere consci o inconsci, positivi o negativi. Un candidato giovane, per esempio, può essere percepito come dinamico ma inesperto, un candidato più maturo come competente ma poco flessibile. A prescindere dai contenuti del curriculum.
Secondo il rapporto Women in the Workplace, relativo all’ambito corporate statunitense, quasi una donna su due subisce discriminazioni perché considerata ‘troppo giovane’ (1). D’altra parte, secondo uno studio condotto in ambito europeo, gli uomini over 45 riferiscono che il dato anagrafico è il fattore discriminatorio più diffuso nei propri confronti (2).
Le normative anti-discriminazione
La buona notizia è che oggi le normative anti-discriminazione sono sempre più diffuse e servono proprio a tutelare i candidati anche da questo punto di vista.
Negli Stati Uniti esiste uno specifico testo di legge, l’Age Discrimination in Employment Act, che risale addirittura al 1967. Nel Regno Unito dal 2010 vige l’Equality Act, con specifici riferimenti a disabilità, genere, razza, orientamento sessuale e religioso nonché età. In Europa, e quindi anche in Italia, il riferimento normativo è la Direttiva 2000/78/CE del 27 novembre 2000, dedicata alla parità di trattamento in materia di occupazione e condizioni di lavoro.
Inserire la data di nascita nel CV non è obbligatorio
Bastano le leggi a garantire parità di trattamento? Naturalmente bisogna applicarle. E in ogni caso la percezione dell’età ed eventuali pregiudizi variano da paese a paese e da cultura a cultura.
In Italia le discriminazioni tendono, purtroppo, a essere diffuse su molti fronti (3). Ma secondo alcuni osservatori il bias legato all’età farebbe eccezione (4).
Ciò che è certo è che, in base alle normative vigenti, inserire la data di nascita nel CV non è obbligatorio in nessuno dei paesi citati. Ogni candidato ha perciò la facoltà di decidere liberamente se includere o meno questo dato. Come scegliere a ragion veduta? Ecco alcuni elementi da considerare.
Consigli dell'esperto:
Le criticità legate alla data di nascita nel CV rientrano nel fenomeno dell’ageism, ovvero delle discriminazioni dovute all’età. La parola è stata inventata nel 1969 negli USA, trent’anni dopo è entrata nel vocabolario francese e nel nostro soltanto nel 2016 (5). Contrariamente a quanto si potrebbe pensare è un bias trasversale: colpisce sia uomini che donne, sia giovani che anziani.
Curriculum vitae e data di nascita: i pro e i contro
La data di nascita nel curriculum vitae può essere funzionale alla candidatura oppure no: dipende dalle singole circostanze, che vanno sempre valutate di caso in caso. Di seguito distinguiamo i possibili vantaggi e svantaggi.
I vantaggi della data di nascita nel curriculum
- Trasparenza: fornire esplicitamente questo dato contribuisce a rendere il CV del tutto chiaro e trasparente.
- Completezza: con la data di nascita i dati personali sono completi al dettaglio.
- Risparmio di tempo: evita al recruiter di porre domande aggiuntive in fase di colloquio.
- Requisito preferenziale: se la posizione è rivolta a una specifica fascia di età, per esempio per i contratti di apprendistato o in determinati concorsi pubblici, inserire il dato è necessario oltre che vantaggioso.
Gli svantaggi della data di nascita nel curriculum
- Elemento di distrazione: può spostare l’attenzione del recruiter, allontanando il focus dalle competenze e dall’esperienza del candidato.
- Possibilità di pregiudizio: come abbiamo visto può generare bias, anche inconsci, influenzando negativamente la valutazione.
- Impiego non ottimale dello spazio: nel CV ogni centimetro è prezioso e i dati che non aggiungono valore dovrebbero lasciare il posto alle informazioni di rilievo.
- Rischio di subìre reati informatici: fornire dati personali online aumenta le probabilità di uso improprio delle informazioni, dalla violazione della privacy al furto d’identità.
L’età tende a generare pregiudizi consci o inconsci, positivi o negativi. Un candidato giovane, per esempio, può essere percepito come dinamico ma inesperto, un candidato più maturo come competente ma poco flessibile. A prescindere dai contenuti del curriculum.
Consigli e strategie per gestire la data di nascita nel CV
Come scrivere la data di nascita nel CV
La data di nascita nel curriculum può essere indicata in due modi:
- giorno / mese / anno, che è il formato in uso in Italia;
- mese / giorno / anno, che è il formato anglosassone.
In alternativa si può indicare direttamente l’età, tenendo però presente che non è una scelta standard e che… invecchia velocemente.
Dove scrivere la data di nascita nel CV
La posizione canonica della data di nascita nel CV è tra i dati personali, quindi nella prima sezione del curriculum, dopo nome, cognome, indirizzo email, eventuale città di residenza e link a canale social professionale.
In un CV creativo si può scegliere una soluzione meno convenzionale, per esempio integrando la data in una timeline grafica che valorizzi le varie tappe del proprio percorso.
Attenzione in ogni caso a non compromettere layout e impaginazione: la soluzione migliore è sempre partire da template preimpostati facili da usare, come i nostri modelli di CV.
A questo proposito, conviene tener presente che il curriculum va sempre affiancato a un modello di lettera di presentazione analogo.
Modi alternativi di indicare l’età nel CV
Se non vuoi indicare esplicitamente la data di nascita, puoi usare altre strategie. Eccone alcune.
- Evidenziare altre date importanti, come la data di conseguimento del diploma e della laurea.
- Inserire una foto nel CV recente, come del resto sempre si raccomanda. A questo proposito, è consigliato anche usare con parsimonia i filtri.
- Sottolineare gli anni di esperienza in un determinato settore per spostare il focus sulle competenze, anziché sull’età.
- Non dimenticare di sfruttare la lettera di presentazione per dare informazioni aggiuntive, evidenziando accuratamente il parallelo tra seniority e competenze. Non ne hai mai scritta una, o ti serve uno spunto da cui partire? La cosa migliore da fare è dare un’occhiata a un buon esempio di lettera di presentazione.
Come decidere se includere la data di nascita nel CV
Se non hai ancora le idee chiare, valuta se ti trovi in una di queste circostanze.
- L’annuncio di lavoro è rivolto a una specifica fascia di età? Se sì, e se rientri nel range, indicare la data nel CV andrà benissimo.
- Ti stai candidando per una posizione junior o senior? Ogni dato funzionale a dimostrare che hai le carte in regola a ricoprire il ruolo, che sia junior o senior, è giustificato.
- La candidatura è per l’Italia o per l’estero? In Italia è consuetudine inserire la data di nascita nel CV, nel resto d’Europa, in UK e USA non lo è. In ogni caso, in base alle normative vigenti, non è obbligatorio in nessuno di questi paesi.
- Nella job description sono citate normative anti-discriminatorie? Se sì, è probabile che l’azienda adotti criteri di selezione realmente focalizzati sulle competenze, quindi puoi omettere la data senza problemi.
- Nel sito e nei canali social ufficiali dell’azienda quali sono le value proposition? Se l’azienda promuove valori come inclusività e diversità, è probabile che l’età non sia un elemento di rilievo.
- La tua età in che modo influisce sulle competenze che hai? Se ritieni che la tua esperienza rappresenti un valore aggiunto, puoi evidenziarla indicando gli anni di attività anziché il dato anagrafico.
- Qual è l’età media dei dipendenti dell’azienda? Se il posto di lavoro è descritto come ‘best young working place’ o ‘giovane start up’, è probabile che le posizioni aperte si rivolgano a giovani, mentre uno studio di professionisti di lungo corso privilegia verosimilmente i senior.
Come affrontare la questione dell’età nel colloquio
Se hai ottenuto il colloquio, complimenti! Il tuo curriculum ha fatto colpo. Ma se l’argomento salta fuori quando sarai a tu per tu con il recruiter?
La regola numero uno è che le strategie per evitare bias bisogna applicarle a monte, nella compilazione del CV e nella gestione dei profili social.
Il ruolo dei social media sui bias anagrafici
I profili online, sia personali che professionali, possono influenzare molto la percezione dei recruiter. Mantieni aggiornate le informazioni più recenti e cura la tua identità digitale per trasmettere autorevolezza indipendentemente dall’età.
Mantenere il focus sulle competenze
Durante il colloquio, dai peso alle tue esperienze, capacità e successi concreti. Se viene sollevata la questione dell’età, riportala al contesto giusto.
Esperienza, adattabilità e motivazione contano più del dato anagrafico: dimostralo con esempi e dati, senza dimenticare l’abbigliamento e il modo di porsi adeguati.
Può generare bias ma non è obbligatoria
Se da un lato è indice di trasparenza e completezza, la data di nascita nel CV può essere un’arma a doppio taglio, perché l’età può sollevare pregiudizi, anche inconsci, e influenzare l’opinione dei recruiter.
Grazie alle normative anti-discriminazione e a tutela della privacy, però, inserire la data di nascita nel CV non è obbligatorio.
Di conseguenza puoi scegliere liberamente se includerla o meno, valutando in base alla circostanza, alle caratteristiche della candidatura e ai consigli letti in questo articolo.
Dopodiché, non ti rimane che guardare i nostri esempi di curriculum vitae e iniziare a scrivere il tuo.
Fonti:
(1) LeanIn.org: Women in the Workplace - The 10th Anniversary Report
(2, 4) Economymagazine, Discriminazioni sul lavoro legate all’età: Italia esempio virtuoso?
(3) Amnesty International, Indagine Doxa: per gli italiani discriminazioni ancora diffuse nel nostro paese
(5) Treccani, Ageism