Capacità e competenze relazionali nel CV
Scritto da Sara Reale, Autrice • Ultimo aggiornamento 6 settembre 2024

Competenze relazionali e qualità personali da inserire nel CV (con esempi)

A parità di conoscenze tecniche ed esperienza, sono le persone dotate di buone competenze relazionali, e in generale di un ampio bagaglio di qualità personali, ad avere le maggiori probabilità di successo. Aziende e selezionatori, a prescindere dal settore, lo sanno molto bene, eppure non sempre queste skill sono esplicitamente richieste negli annunci di lavoro. Vediamo allora quali sono e come evidenziarle al meglio nel curriculum vitae.

Competenze relazionali e qualità personali da inserire nel CV

Le competenze relazionali, o interpersonali, sono tutte quelle capacità che ci consentono di interagire in modo efficace con gli altri. Si tratta di competenze adattabili a ogni ambito professionale e di conseguenza utili (e richieste) nei più diversi settori.

Che cosa sono le capacità relazionali

Siamo nell’ambito delle soft skill (o competenze trasversali), opposte e complementari alle cosiddette hard skill (o competenze tecniche). Mentre queste ultime si riferiscono ad ambiti specifici, e derivano in genere da studi finalizzati ad acquisire la conoscenza di un determinato settore, le qualità o competenze relazionali da inserire nel curriculum includono un ampio range di soft skill.

Possono comprendere la capacità di comunicare e l’intelligenza emotiva, ma anche la capacità di adattamento, l’attitudine al lavoro in team, dunque le competenze organizzative, la capacità di problem-solving, magari doti di leadership. E molte altre che dettaglieremo nel corso dell’articolo.

In generale, sono assimilabili alle qualità personali che consentono a una persona di navigare efficacemente nelle relazioni sociali, contribuendo non solo a migliorare la produttività ma anche a rendere l’ambiente di lavoro sereno e armonioso. 

Perché competenze relazionali e qualità personali sono importanti

Il motivo per cui le qualità personali, in primis le competenze relazionali, sono estremamente importanti è molto semplice.

A parità di competenze tecniche, il/la candidato/a che ha maggiori chances di successo a lungo termine – in qualsiasi contesto – è un/a professionista che sia anche un/a collega con cui è facile comunicare, un/a collaboratore/trice capace di lavorare in team e al contempo autonomo/a, nonché, in sostanza, una persona piacevole e affidabile.

Sono questi i presupposti per sviluppare relazioni di lunga durata (nel lavoro come nella vita!), perché da un lato arricchiscono il profilo personale di un individuo, dall’altro contribuiscono alla coesione di tutto il gruppo.

Expert Tip:

Secondo i recruiter italiani, le competenze che mancano ai professionisti includono la capacità di problem solving (31%), l’abilità di gestire i tempi di lavoro (28%), la capacità di collaborazione (27%) e il senso di leadership (26%): tutte skill direttamente o indirettamente collegate alla sfera delle qualità personali e delle competenze relazionali (1).

Sottolineare le competenze comunicative

Nel curriculum vitae capacità e competenze relazionali sono spesso associate alle competenze comunicative, che molti usano pressoché come sinonimo e che a loro volta includono un ampio ventaglio di skill.

Per esempio la capacità di comunicazione scritta, che non è appannaggio dei soli professionisti di settore, ed è declinabile in una pluralità di mezzi e con i più diversi scopi.

Oppure quella di ascolto attivo, che è ben diverso dal semplice assenso, giacché implica un’attenzione profonda nei confronti degli altri e una partecipazione autentica, per comprendere a pieno senso delle parole, tono di voce, gestualità, silenzi e anche non detti.

Dimostrare attitudine collaborativa e propensione al lavoro in team

Chi dispone di buone doti relazionali e competenze comunicative dimostrerà anche, con ogni probabilità, una buona attitudine al lavoro di squadra.

Nella maggior parte dei curriculum vitae capacità e competenze relazionali sono infatti legate alla capacità di svolgere il lavoro in team.

Il che significa stabilire un contatto autentico con colleghi e collaboratori, saper condividere la propria expertise e al contempo saper chiedere aiuto quando necessario, avere gli strumenti necessari per la gestione del conflitto e, nel complesso, saper superare le difficoltà mettendo davanti a tutto gli obiettivi comuni.

Includere la capacità di problem-solving

Non esiste posto di lavoro che non abbia bisogno di chi, anziché limitarsi a rilevare criticità, complicazioni e problemi, sia in grado di risolverli.

Parte integrante di qualsiasi profilo voglia sottolineare la propria attitudine al fare, il problem-solving evidenzia un approccio concreto e pragmatico, ed è una delle soft skill per antonomasia sul piano della trasversalità.

Benché sia spesso associata a specifiche conoscenze tecniche, la sua applicazione, specialmente in ambienti di gruppo, presuppone anche competenze relazionali: per comunicare in modo efficace le soluzioni, mediare con il punto di vista degli altri, gestire eventuali conflitti.

Evidenziare adattabilità e flessibilità

Essere adattabili e flessibili è utile in ogni situazione lavorativa, specialmente in contesti professionali caratterizzati da team diversificati e in crescita, progetti innovativi e piani di sviluppo molto dinamici.

L’adattabilità e la flessibilità agevolano il lavoro di gruppo, la coesione a fronte di cambiamenti improvvisi e denotano, in genere, una forte resistenza allo stress: devono essere inserite nei CV dei candidati che non temono il cambiamento e le sfide.

Mettere in luce leadership e competenze di management

Abilità nel comprendere le persone, essere in grado di dare risposte concrete, stabilire gli obiettivi comuni, a breve e a lungo termine, entrare in contatto con tutti, dal dipendente junior appena entrato in azienda ai partner: sono tutte qualità personali e competenze relazionali che denotano leadership.

Chi ne dispone lo sa, e farà bene a metterlo opportunamente in luce nel CV, tenendo presente che esistono diversi modelli di leadership e che quelli attualmente più apprezzati sono orientati alla collaborazione e all’inclusione.

Segnalare capacità di gestione del tempo e competenze organizzative

Le competenze organizzative e gestionali, nel curriculum, sono tradizionalmente associate ai profili con ampia esperienza in ambito amministrativo, ma sono altrettanto importanti in una pluralità di ruoli che richiedono la capacità di coordinare team e ottimizzare i processi.

Per questo le capacità organizzative sono caratterizzate da una componente relazionale significativa, soprattutto se devono essere applicate in contesti complessi, in cui è indispensabile la collaborazione tra diversi gruppi di lavoro, risorse interne ed esterne, o progetti internazionali.

Non dimenticare l’intelligenza emotiva

Nonostante sia una nozione relativamente recente, e si tenda un po’ a bypassarla, anche l’intelligenza emotiva è strettamente legata alle competenze relazionali. Ma di che cosa si tratta?  

Secondo la definizione dello psicologo statunitense Daniel Goleman, che ha reso noto il concetto, è “la capacità di riconoscere i nostri sentimenti e quelli altrui, motivare noi stessi, e gestire positivamente le nostre emozioni, tanto interiormente quanto nelle relazioni sociali” (2).

Come tutto questo possa essere prezioso nella relazione con colleghi, collaboratori, datori di lavoro, clienti (e non solo!) è autoevidente.

Dare risalto al pensiero critico e alla capacità analitica

“Il pensiero critico è la skill che permette di analizzare e valutare informazioni e situazioni in modo obiettivo e razionale”, per prendere decisioni rapide in base a dati e fatti concreti (3).

Per questo pensiero critico e capacità analitica rientrano nel bagaglio delle qualità personali, se non propriamente relazionali, a cui comunque è sempre bene che siano associate.

Le competenze relazionali sono assimilabili alle qualità personali che consentono di navigare efficacemente nelle relazioni sociali, contribuendo non solo a migliorare la produttività ma anche a rendere l’ambiente di lavoro sereno e armonioso. 

Dove inserire competenze e capacità relazionali nel CV (e nella lettera di presentazione)

Sapere quali sono le qualità personali e relazionali più richieste nel mercato del lavoro non basta: bisogna sapere come evidenziare le competenze nel CV.

Un lungo elenco puntato di skill, anche se inserito in modo ordinato in una sezione dedicata, avrà scarse probabilità di attrarre l’attenzione del recruiter o del datore di lavoro. Meglio invece procedere come segue.

Dopo aver selezionato le qualità che descrivono più fedelmente il tuo profilo, e rispondono più efficacemente alle richieste dell’annuncio di lavoro, conviene “disseminarle” in più sezioni.

Per esempio, fai un esempio concreto di come le hai applicate: in quale ruolo e contesto sono state utili? Scrivilo della descrizione di un’esperienza lavorativa. Oppure indica il corso, l’ente o la scuola in cui le hai apprese. Se si tratta di una predisposizione innata, e particolarmente significativa per la candidatura, puoi citarla in incipit, nel profilo professionale del CV.    

Tutto questo, però, avrà efficacia soltanto se il tuo curriculum è organizzato a regola d’arte, e cioè se le varie sezioni sono coerenti e distribuite in modo armonico, l’impaginato è graficamente accurato, il testo ben leggibile (come nei nostri modelli di curriculum vitae).

Se hai dei dubbi, o se vuoi prendere ispirazione per rompere il ghiaccio, dai un’occhiata ai nostri esempi di CV. Senza dimenticare che lo spazio all’interno del curriculum è limitato, ma non è il solo a tua disposizione.

Il CV viaggia sempre insieme alla lettera di presentazione, dove potrai soffermarti in modo più dettagliato proprio sugli aspetti da approfondire (scegli il modello di lettera di presentazione che fa match con il CV e prendi spunto dai nostri esempi di lettera di presentazione).

Qualità che portano lontano

A parità di competenze tecniche o livello di esperienza, saranno i candidati con le giuste qualità personali e competenze relazionali ad andare avanti nel processo di selezione e, soprattutto, a mantenere un rapporto di lavoro a lungo termine.

Ora che hai un’idea di quali sono, e di come mai siano così importanti, ricorda che inserire efficacemente le competenze relazionali nel CV significa prima di tutto fare una selezione di quelle utili allo scopo (e cioè funzionali alla candidatura), poi decidere dove inserirle e come evidenziarle. Esattamente come abbiamo illustrato in questa guida.

A questo punto, non ti rimane che creare un CV e una lettera di presentazione in grado di evidenziare anche questo importante aspetto del tuo bagaglio professionale.

Fonti:

(1) ConfIndustria: Le competenze professionali più ricercate nel 2024
(2) State of Mind: Intelligenza emotiva
(3) University to Business: Pensiero critico, cos’è e come sviluppare una delle soft skill più richieste sul lavoro

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Sara Reale
Sara Reale
Autrice
Sara Reale, copywriter esperta in diversi settori d’impresa, trasforma temi complessi in contenuti divulgativi e piacevoli da leggere. In ambito di HR&career, propone spunti di riflessione e consigli pratici per aiutare i professionisti a distinguersi nel mercato del lavoro.

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