Sogni di lavorare all’estero? Crea un CV internazionale
In un mercato del lavoro (e in un mondo) globale, le possibilità non sono circoscritte ai confini nazionali: vale la pena ricordarlo e agire di conseguenza, a partire dalla compilazione di un CV internazionale. In questo articolo, ti spieghiamo come procedere in modo semplice ed efficace, per ampliare il raggio della tua ricerca di lavoro e aumentare le opportunità.
Che cos’è un CV internazionale?
Per CV internazionale si intende un CV adatto a candidarsi in un paese diverso dal proprio, nel nostro caso l’Italia. “Internazionale” è in genere sinonimo di “inglese”, la lingua franca per antonomasia, che è infatti quella consigliata nella circostanza.
Oltre alla lingua, però, contano anche la struttura e la selezione delle informazioni e dei dati da inserire, che devono essere pienamente comprensibili al paese di riferimento, come vedremo nel dettaglio in questo articolo.
Perché (e a chi) è utile un CV internazionale?
Chi vuole lavorare nell’ambito della cooperazione internazionale, in ruoli che richiedono la conoscenza delle lingue e competenze interculturali, nelle organizzazioni non governative (ONG), in enti, istituzioni o distaccamenti dell’Unione Europea, sa di dover compilare un CV internazionale.
Si tratta di ambiti che possono includere posizioni come responsabile dei progetti di sviluppo, consulente per i diritti umani, esperto in relazioni internazionali, ma anche ruoli didattici e amministrativi.
D’altra parte, se intendiamo il termine nella sua accezione più estensiva, il CV internazionale serve a chiunque desideri lavorare all’estero, dall’ingegnere meccanico che sogna di lavorare nell’industria automobilistica tedesca al neolaureato in lingue che vuole insegnare italiano in Australia, dall’infermiera che cerca nuove opportunità in Svizzera o UK al barista con le valigie pronte per le Canarie.
Insomma, come dice la parola, si tratta di un modello di curriculum estremamente versatile. E utile.
CV italiano e CV internazionale: somiglianze e differenze
Fino a qualche anno fa le differenze di standard, approcci e impostazioni per la compilazione dei curricula era piuttosto marcata. Oggi (con il mercato globale, la diffusione di Internet, i sistemi di comunicazioni istantanee) queste differenze sono meno marcate. In ogni caso esistono: vediamo quali sono.
Le caratteristiche comuni a CV italiano e internazionale sono quelle richieste da ogni ambito professionale in ogni parte del mondo:
- chiarezza
- leggibilità
- completezza
- aspetto professionale
Puoi riscontrarle tutte nei nostri esempi curriculum vitae (e anche nei nostri esempi lettera di presentazione).
Entro questi margini (imprescindibili), ciò che continua a differenziare i CV italiani è in genere la lunghezza: tendono a essere più ricchi di testo, più descrittivi e tendenzialmente più “micro-dettagliati”.
Altra differenza, inevitabile, riguarda gli eventuali riferimenti a dati ed esperienze fortemente localizzate, dall’indicazione di un voto o di un titolo che ha soltanto validità nazionale a quella di una realtà che non ha contatti con l’estero, per esempio un ente locale o una piccola azienda a conduzione familiare.
Il CV internazionale tende ad essere più breve e schematico e, regola fondamentale, ogni riferimento deve essere spiegato in modo comprensibile (e a questo scopo, a volte, la traduzione letterale non basta).
CONSIGLI DELL'ESPERTO:
Stai pensando di cercare lavoro all’estero e per questo ti serve un CV internazionale? Sappi che sarai in buona compagnia. Secondo le stime più recenti, “gli iscritti all’AIRE – Anagrafe Italiana dei Residenti all’Estero sono circa 6 milioni, e cioè il 10% della popolazione Italiana, e sono il doppio di quanti fossero nel 2006” (1). Tra il 2012 e il 2021 più di un milione di cittadini hanno lasciato l’Italia e solo poco più 430.000 sono rientrati.
Sezioni essenziali del CV internazionale
Se hai cercato online “modello cv internazionale inglese”, “cv modello internazionale”, “cv cooperazione internazionale” o “esempio cv cooperazione internazionale” hai sicuramente trovato mille risultati ma… a quale fare riferimento?
Le cose in realtà sono molto semplici: per quanto riguarda i contenuti, basta seguire questo schema.
- Dati personali: nome, cognome, numero di telefono preceduto da prefisso internazionale, indirizzo email professionale, città e paese di residenza. Se disponi di permesso di soggiorno nel paese di destinazione, è molto importante indicarlo (foto, genere e indirizzo completo di residenza sono facoltativi).
- Esperienze professionali: in ordine cronologico inverso, complete di nome azienda, durata della collaborazione, descrizione delle mansioni.
- Formazione: sempre in ordine cronologico inverso, devono includere il nome dell’istituto, le qualifiche e i voti conseguiti. Se hai delle incertezze sul modo in cui tradurre questi dati, chiedi aiuto direttamente all’istituto e valuta un traduttore professionale.
- Competenze: come sempre, da selezionare in base al tuo profilo e adattare al ruolo in questione.
- Certificazioni: discorso analogo a quello della formazione (ogni titolo e voto devono essere del tutto comprensibili).
- Hobby e interessi personali: è una sezione facoltativa, ma se non hai esperienze professionali all’estero può essere utile per indicare eventuali soggiorni studio o attività di volontariato oltreconfine.
Come rendere il CV internazionale perfetto
Fin qui niente di nuovo sotto il sole, giusto? Le sezioni del CV internazionale includono quelle abitualmente indicate. Come dicevamo, però, il punto è rendere i contenuti pienamente comprensibili e potenzialmente adatti a ogni paese del mondo. Vediamo come con una lista di buone pratiche.
- Chiarezza e concisione: le informazioni devono essere esposte in modo sintetico e ordinato.
- Elenchi puntati: al posto di lunghe descrizioni testuali, prendi in considerazione gli elenchi puntati, utili anche a scandire la lettura.
- Linguaggio semplice: il CV internazionale è in inglese. Fai attenzione a usare lessico e grammatica in modo corretto e, per minimizzare il rischio di errori, scrivi in modo semplice, evitando periodi lunghi e complessi.
- Esperienze internazionali: evidenzia qualsiasi tipo di attività svolta fuori dall’Italia, che si tratti di tirocinio, servizio civile, corso di lingua. Il punto è dimostrare (almeno un po’) di pratica sul campo e adattabilità.
- Personalizzazione: personalizzare, in questo caso, significa non solo adattare i contenuti all’organizzazione o azienda, ma anche alla cultura di riferimento. Fai le dovute ricerche.
- Dati concreti e aggiornati: trova lo spazio per inserire dati che dimostrano competenze reali (per esempio gli utenti raggiunti in una campagna di sponsorizzazione, la percentuale di incremento delle vendite o analoghi) e aggiornati al presente.
- Template pre-impostati: sono di grande aiuto per procedere con immediatezza e semplicità senza perdere tempo su layout, impaginazione, formattazione (per iniziare, puoi provare i nostri modelli curriculum vitae).
- Lettera di presentazione: non dimenticare la cover letter, che come il CV dovrà essere specifica per il ruolo di interesse (anche in questo caso, ti consigliamo di provare un nostro modello lettera di presentazione).
"Le sezioni del CV internazionale includono quelle abitualmente indicate. Il punto, però, è rendere i contenuti pienamente comprensibili e potenzialmente adatti a ogni paese del mondo."
CV internazionale: ulteriori consigli e strumenti
Se hai seguito i nostri consigli fin qui, hai già fatto un ottimo lavoro. Per affinarlo ulteriormente puoi leggere gli articoli di Jobseeker specificatamente dedicati ai CV per l’estero.
Ce ne sono diversi, e ciascuno ha le proprie peculiarità, con piccole o grandi differenze rispetto agli altri contesti e paesi: i “classici” riguardano il CV Europass, un tempo molto usato (oggi un po’ meno, ma in ogni caso utile per avere dei parametri di compilazione standardizzati), e il CV inglese che è un evergreen.
Se punti a un lavoro nel continente europeo, dai un’occhiata al CV francese e al CV spagnolo, che in realtà servono anche per molte altre parti del mondo. Senza dimenticare che, pur non facendo parte dell’Europa, la destinazione dei sogni di molti italiani è al di là delle Alpi: leggi come si fa un CV per la Svizzera.
Chi sta pensando agli Stati Uniti, infine, dia uno sguardo al CV americano.
Per approfondire le questioni relative alla cultura del posto, agli aspetti burocratici o di quotidianità lavorativa, è sempre una buona idea consultare i siti ufficiali delle ambasciate e i blog specializzati, spesso creati da expat che riuniscono intorno a sé community molto disponibili al dialogo e a offrire consiglio.
Semplicità e concretezza
Se dovessimo riassumere in due parole le caratteristiche principali di un buon CV internazionale, diremmo senza dubbio semplicità e concretezza, da arricchire con gli accorgimenti fin qui suggeriti (e reperibili nelle ulteriori risorse indicate) per adattalo al contesto lavorativo e culturale di riferimento.
Insomma, il mondo è a tutti gli effetti a portata di mano: basta usare le parole e gli strumenti giusti che, insieme a un’attitudine proattiva e positiva, possono sensibilmente ampliare il raggio della ricerca e le relative opportunità.
A questo punto, perché non cominciare subito a scrivere il tuo CV internazionale e la tua lettera di presentazione?
Fonti:
(1) La Stampa: Sei milioni di italiani lavorano e vivono all'estero